In sintesi
- 🐅 Sandokan
- 📺 Rai 4K, ore 21:30
- 🎬 Serie d’avventura che reinterpreta la leggenda di Sandokan in chiave moderna, con Can Yaman protagonista, tra battaglie epiche, tradimenti, romanticismo e tematiche anticoloniali, nel gran finale della stagione.
Sandokan, Can Yaman, Ed Westwick e il gran finale in 4K su Rai 4K: stasera in TV va in scena uno degli eventi più attesi della stagione televisiva. Gli episodi 7 e 8 della serie che ha riportato in vita la leggenda della Tigre della Malesia promettono battaglie, tradimenti, rivelazioni e quell’epica avventurosa che da più di un secolo accompagna l’immaginario creato da Emilio Salgari.
È martedì 16 dicembre 2025, siamo in pieno clima da serata casalinga perfetta, e alle 21:30 Rai 4K (per chi dispone di TV e CAM compatibili) trasmette un finale che gli appassionati aspettano da settimane. Ed è il momento ideale per recuperare un po’ di spirito nerd sulla serie, sul suo impatto culturale e sulla maniera in cui ha rilanciato un mito televisivo.
Sandokan: perché il finale è un appuntamento imperdibile
Il ritorno televisivo di Sandokan era un rischio enorme: prendere una figura iconica come quella di Kabir Bedi e riplasmarla con linguaggio moderno non è un esercizio banale. Eppure la produzione Lux Vide e la regia di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo hanno scelto la strada più interessante: non rifare la serie anni ’70, ma costruire un origin story più vicina alla sensibilità contemporanea. Gli episodi di questa sera segnano il punto in cui il pirata ribelle interpretato da Can Yaman “muore” per rinascere come mito politico, simbolo anticoloniale e guerriero del popolo dayak.
Il settimo episodio, “Morte di un pirata”, gioca proprio su questo doppio livello. La trama ci porta al confronto frontale con il Sultano del Brunei, mentre Marianna affronta le pressioni del padre e del sempre più manipolatore Lord Brooke, interpretato da Ed Westwick con un gusto quasi da villain ottocentesco glamour. È affascinante come la serie riesca a mescolare melodramma romantico e critica al potere coloniale: Marianna non è solo l’interesse amoroso, è la lente attraverso cui osserviamo la frattura fra dovere e libertà.
E poi c’è Yanez, interpretato da Alessandro Preziosi, che in questo finale vive forse il suo momento più interessante: lascia intravedere l’uomo dietro al pirata, combattuto tra il restare ai margini o diventare parte attiva di una lotta più grande. Una dinamica che i fan più affezionati ai romanzi salgariani ameranno, perché recupera proprio quella fratellanza leggendaria fra Sandokan e Yanez che ha fatto la fortuna del ciclo originale.
Sandokan e “Il prezzo della riscossa”: battaglia, tradimenti e mito
L’ottavo episodio, “Il prezzo della riscossa”, è pura avventura salgariana, ma ricostruita con estetica contemporanea. Brooke mette in moto un gioco di alleanze e doppi giochi degni della miglior serialità internazionale, mentre Sandokan e Yanez preparano la battaglia finale con un esercito improvvisato che unisce pirati, dayak e ribelli.
La cosa più nerd e affascinante sta proprio nel modo in cui la serie, pur nella libertà narrativa, resta rispettosa della tradizione salgariana: Sandokan non vince perché è “l’eroe”, vince perché diventa parte di un popolo, di un territorio, di un’identità. Questa coerenza tematica lega la nuova versione al romanzo ottocentesco e allo sceneggiato dei ’70, pur differenziandosi in tono e ritmo.
E a livello visivo, il finale è un piccolo gioiello per gli appassionati di tecnologia cinematografica. Gran parte delle ambientazioni – dalle giungle ai porti coloniali – sono state ricreate in Italia con un mix di set reali e virtual production su ledwall. Un approccio che fa dialogare passato e futuro: Salgari immaginava il Borneo senza averlo mai visto, il pubblico del 2025 lo vede grazie a uno schermo che simula orizzonti e cieli realistici.
- Can Yaman conferma, proprio negli ultimi due episodi, quanto abbia interiorizzato il ruolo: asciutto, fisico, tormentato, sempre sul filo tra ferocia e tenerezza.
- Ed Westwick si ritaglia un antagonista magnetico, molto più complesso del villain classico, con quel gusto da anti-eroe vittoriano che piace al pubblico internazionale.
Un altro elemento che rende questo finale così significativo è il dialogo continuo con la storia vera. Brooke, pur romanzato, si ispira a un personaggio realmente esistito; la tensione coloniale nel Borneo degli anni ’40 dell’Ottocento è ricostruita con una fedeltà sorprendente, senza perdere però il gusto avventuroso del feuilleton salgariano. Un equilibrio non scontato, che segna la maturità della serialità italiana contemporanea.
Cosa rimarrà di questo Sandokan
Non è solo una serie di successo – e gli ascolti lo dimostrano, con punte vicine ai 6 milioni – ma un vero e proprio tentativo di ripensare un eroe nazionale. Sandokan torna a essere un personaggio che parla del nostro rapporto con la libertà, con l’identità e con il potere. La sua trasformazione in questi due episodi è la chiave di tutto: un pirata anarchico che diventa simbolo popolare, un uomo che trova la sua voce proprio nel momento in cui rischia di perderla.
Rai e Lux Vide hanno già confermato la seconda stagione, segno che l’esperimento ha funzionato. E il finale di stasera è la porta perfetta verso il seguito: emozionante, spettacolare, solido nella scrittura e pieno di quell’energia narrativa che rende Sandokan un mito senza tempo.
Se cercate una serata ricca di avventura, romanticismo, politica ottocentesca e un po’ di quel gusto epico che raramente passa in TV, stasera Rai 4K ha il titolo giusto.
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