La separazione Γ¨ sempre un momento delicato, soprattutto quando ci sono dei figli. Ma cosa succede quando un bambino esprime chiaramente la preferenza di vivere con uno dei due genitori? La risposta potrebbe sorprendervi: anche i minori sotto i 12 anni hanno voce in capitolo, e ignorare la loro opinione puΓ² avere conseguenze serie sul piano legale. Non si tratta di una semplice raccomandazione, ma di un vero e proprio obbligo per i magistrati che devono decidere sull’affidamento dei figli in caso di separazione o divorzio.
L’avvocato Annalisa De Stefano, esperta in diritto di famiglia e patrocinante in Cassazione, ha recentemente portato all’attenzione del pubblico una questione fondamentale attraverso il canale @famiglie_e_diritti. Il messaggio Γ¨ chiaro e potente: i bambini non sono piΓΉ spettatori passivi delle decisioni che riguardano il loro futuro. Con la riforma Cartabia, il minore Γ¨ stato posto al centro del processo di separazione, trasformando radicalmente l’approccio della giustizia italiana alle questioni familiari e introducendo nuove garanzie per tutelare il benessere psicologico dei piΓΉ piccoli.
Affidamento dei Figli: l’Ordinanza della Cassazione che Cambia Tutto
La novitΓ piΓΉ rilevante arriva da una recentissima ordinanza della Corte di Cassazione del settembre 2025, la numero 25555, che ha ribadito un principio rivoluzionario: il magistrato ha l’obbligo di ascoltare i figli minori capaci di esprimere il proprio vissuto, anche se hanno meno di 12 anni. E qui arriva il colpo di scena: se questo ascolto non avviene, il provvedimento adottato Γ¨ considerato nullo. Questo significa che una sentenza di affidamento emessa senza aver ascoltato il minore puΓ² essere impugnata e annullata, con la necessitΓ di ripetere l’intero procedimento.
Fino a non molto tempo fa, esisteva una soglia d’etΓ piuttosto rigida che limitava la partecipazione dei minori nei procedimenti di affidamento. Oggi le cose sono cambiate drasticamente. L’elemento chiave non Γ¨ piΓΉ solo l’etΓ anagrafica, ma la capacitΓ di discernimento del bambino, ovvero la sua capacitΓ di comprendere e comunicare i propri sentimenti e preferenze riguardo alla situazione familiare. Questo rappresenta un cambio di paradigma enorme nel sistema giudiziario italiano, dove i bambini vengono finalmente riconosciuti come soggetti attivi con diritti propri.
Separazione e Diritti dei Minori: Quando i Bambini Vengono Ascoltati dal Giudice
L’obbligo di ascolto si applica in tutti i procedimenti che riguardano direttamente il minore, ma assume particolare rilevanza nelle questioni di collocamento e affidamento, che sono indubbiamente le decisioni piΓΉ importanti quando una famiglia si separa. Il magistrato deve valutare caso per caso se il bambino possiede quella capacitΓ di discernimento necessaria per esprimere validamente la propria opinione. L’audizione avviene in un ambiente protetto, spesso con l’assistenza di psicologi specializzati, per evitare che il minore subisca pressioni o traumi.
@famiglie_e_diritti IL MINORE NEL PROCESSO πΆβοΈ Una recentissima ordinanza della Cassazione ribadisce l’obbligo per il magistrato di sentire i figli minori che siano capaci di esprimere la propria volontΓ (anche quindi se minori di 12 anni) ππ§ prima di decidere sul loro affidamento e collocamento. Se ciΓ² non avviene, il provvedimento adottato senza loro audizione Γ¨ nullo β (Cass. Ord. n. 25555/2025). π Studio Legale AVV. Annalisa De Stefano Patrocinante in Cassazione π Via Valle Scrivia, 8 β 00141 Roma (RM) π Via Giuseppe Ferrari, 35 β 00195 Roma (RM) π 06/3203797 βοΈ [email protected] π annalisadestefano.it π₯ Video: @egagenzia
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La reazione del pubblico a questa informazione condivisa da @famiglie_e_diritti Γ¨ stata entusiasta, con molti utenti che hanno raccontato le proprie esperienze personali. Alcuni hanno testimoniato di come i loro figli, anche molto piccoli, siano stati ascoltati dal giudice, sottolineando l’importanza di questo momento per il benessere psicologico dei bambini coinvolti in separazioni conflittuali. Altri genitori hanno invece scoperto solo grazie a questo contenuto che i loro figli avrebbero avuto diritto a essere ascoltati durante il procedimento di separazione.
Riforma Cartabia e Tutela dei Minori nelle Separazioni
La riforma Cartabia ha rappresentato una vera e propria svolta culturale nel diritto di famiglia italiano. Non si tratta piΓΉ solo di stabilire chi tra i genitori sia il piΓΉ adatto, ma di costruire un sistema in cui la voce del diretto interessato venga effettivamente ascoltata e considerata. Questo non significa che il minore decida nel senso stretto del termine, ma che la sua prospettiva diventi un elemento imprescindibile del processo decisionale. Il giudice resta l’unico responsabile della decisione finale, ma deve motivare adeguatamente le sue scelte anche in relazione a quanto espresso dal bambino.
L’ordinanza della Cassazione del settembre 2025 rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione, chiarendo definitivamente che l’ascolto del minore non Γ¨ una facoltΓ discrezionale del giudice, ma un obbligo. La nullitΓ del provvedimento che ne deriva in caso di mancata audizione costituisce una garanzia concreta per i diritti dei piΓΉ piccoli e un deterrente per quei magistrati che potrebbero considerare questo passaggio come secondario o trascurabile.
Separazione dei Genitori: l’Importanza della Voce dei Figli secondo i Dati ISTAT
Secondo dati ISTAT del 2023, in Italia si registrano oltre 80.000 separazioni all’anno, molte delle quali coinvolgono minori. In questo contesto, garantire che la voce dei bambini venga ascoltata non Γ¨ solo una questione giuridica, ma un imperativo etico che riconosce la loro dignitΓ e i loro diritti fondamentali. L’approccio promosso dalla riforma e ribadito dalla recente ordinanza rappresenta un allineamento dell’Italia agli standard europei piΓΉ avanzati in materia di diritti dell’infanzia.
La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991, prevede espressamente il diritto del minore di essere ascoltato in tutti i procedimenti che lo riguardano. Con questa recente giurisprudenza, l’Italia sta finalmente dando piena attuazione a questi principi, trasformando dichiarazioni di intenti in diritti concreti ed esigibili. In definitiva, quello che emerge Γ¨ un sistema giudiziario piΓΉ umano e attento, che riconosce nei bambini non semplici destinatari di decisioni altrui, ma persone con una propria identitΓ , capaci di esprimere preferenze legittime sul loro futuro.
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