Stefano Sannino: il diplomatico italiano al centro dell’inchiesta europea che sta facendo discutere
Il nome Stefano Sannino sta dominando le ricerche online in Italia con oltre 5000 query in poche ore e un incremento del 1000% rispetto alla media. Questo diplomatico italiano di alto profilo, ex segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, è finito al centro di un’inchiesta della Procura Europea che sta scuotendo le istituzioni comunitarie di Bruxelles. Il fermo avvenuto il 2 dicembre 2025 ha riacceso i riflettori sui presunti casi di malaffare nei palazzi del potere europeo, coinvolgendo figure di primo piano della diplomazia continentale.
La vicenda che ha portato Sannino agli onori delle cronache riguarda presunte irregolarità in una gara d’appalto per un programma di formazione destinato ai futuri diplomatici europei. Insieme a lui risultano indagati anche Federica Mogherini, ex Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, e una terza persona non ancora identificata. Le accuse sono pesanti: frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
La carriera diplomatica di Stefano Sannino: dal Ministero degli Esteri al vertice UE
Per comprendere la portata dello scandalo bisogna conoscere il profilo di Stefano Sannino. Non parliamo di un funzionario qualsiasi, ma di un sessantacinquenne che ha scalato tutti i gradini delle istituzioni europee e italiane. La sua carriera diplomatica include incarichi di prestigio come ambasciatore d’Italia in Spagna per quattro anni e rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea.
Dal 2021 al 2024 Sannino ha ricoperto il ruolo di segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, il corpo diplomatico dell’UE, uno dei posti più importanti della diplomazia continentale. In questa posizione ha collaborato strettamente con Federica Mogherini durante il suo mandato come ministro degli Esteri italiano e Alto rappresentante UE. Attualmente ricopre l’incarico di Direttore Generale della Commissione Europea per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo, gestendo dossier geopolitici di primaria importanza per la sicurezza europea.
L’inchiesta della Procura Europea: accuse di frode e corruzione negli appalti
L’indagine della Procura Europea si concentra su una procedura di gara bandita tra il 2021 e il 2022 per un programma di formazione di nove mesi presso il Collegio d’Europa di Bruges, un’istituzione prestigiosa che forma i futuri quadri dirigenziali delle istituzioni comunitarie. Secondo gli investigatori, durante questa gara sarebbero stati violati articoli fondamentali del Regolamento finanziario europeo relativi alla concorrenza leale.
L’accusa più grave formulata nei confronti di Stefano Sannino riguarda la presunta divulgazione di informazioni riservate a uno dei candidati partecipanti. Questa soffiata avrebbe permesso al Collegio d’Europa o ai suoi rappresentanti di conoscere in anticipo i criteri di selezione, preparandosi di conseguenza e avvantaggiandosi rispetto agli altri competitor. Si tratterebbe di un caso da manuale di conflitto di interessi e violazione delle regole sulla trasparenza che dovrebbero governare le istituzioni europee.
Le prossime 48 ore decisive per il diplomatico italiano
Il fermo di Sannino ha una durata massima di 48 ore, durante le quali un giudice istruttore nelle Fiandre Occidentali dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento. Sono ore cruciali che determineranno l’evoluzione dell’inchiesta e il destino professionale del diplomatico italiano. La Procura Europea, istituita proprio per combattere le frodi che danneggiano il bilancio dell’UE, sta dimostrando di non fare sconti a nessuno, indipendentemente dal prestigio e dal ruolo ricoperto.
Trasparenza negli appalti europei: cosa significa questo scandalo per le istituzioni UE
Al di là delle responsabilità individuali che dovranno essere accertate nelle sedi opportune, la vicenda di Stefano Sannino solleva questioni più ampie sulla gestione degli appalti europei e sulla trasparenza delle procedure di selezione. I cittadini europei si chiedono se esistano reti di potere che favoriscono determinate istituzioni o individui a discapito della concorrenza leale.
L’interesse degli italiani per il caso continua a crescere esponenzialmente, sintomo di una vicenda che tocca nervi scoperti. Per ora Sannino resta al centro di un’inchiesta che deve ancora fare il suo corso. La presunzione di innocenza è sacrosanta e solo le indagini chiariranno l’effettiva portata delle responsabilità , ma questa storia è destinata a lasciare il segno nella storia recente delle istituzioni europee e nel dibattito sulla gestione dei fondi pubblici comunitari.
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